la Cardiologia savonese

Associazione Savonese Amici Della Cardiologia O.D.V.

Cenni storici di Cardiologia Savonese

L’ istituzione del Servizio di Cardiologia dell’Ospedale S. Paolo risale al 10 Febbraio 1945 quando, con grande lungimiranza dati i tempi, l’Amministrazione dell’Ospedale deliberò di affidare al dr. Federico Seitun l’incarico di eseguire gli esami elettrocardiografici richiesti dalle singole Divisioni; due anni dopo, il 29 ottobre 1947, venne istituito il Laboratorio di Cardiologia, sempre a lui affidato, ma alle dipendenze del Primario Medico e Direttore Sanitario, Prof. Ludovico Datta.

Fu, probabilmente, il primo riconoscimento ufficiale in Liguria della Cardiologia ospedaliera.

Grande fu lo sviluppo delle attività del Servizio, al punto che i pazienti provenivano non solo dalle Divisioni dell’Ospedale, ma anche dall’ intera Provincia e dall’ estremo ponente ligure.

Il Servizio otteneva risultati assai apprezzabili tali da indurre l’Amministrazione a istituire nel 1960 il Servizio Autonomo di Cardiologia per le Divisioni Chirurgiche e a far poi convergere nel giugno 1971 tutta l’attività cardiologica dell’Ospedale in un unico “Servizio Autonomo di Cardiologia”, che ebbe successivamente il 12 dicembre 1973 un Primario nella persona dello stesso dott. Federico Seitun.

Accanto al dr. Seitun, operavano i Dottori Capurro e Licitra, strettamente connessi al reparto medico, e i dottori Giuseppe Becchi e Emilio Martinengo, più rivolti all’ambito chirurgico: quest’ultimo, il 20 Luglio 1974, dopo la morte improvvisa e tragica del primario Seitun, ne raccoglierà l’eredità portando avanti la direzione della cardiologia fino al 1999.

Nel primo periodo il Servizio cardiologico era ospitato negli angusti locali dei cosiddetti Nuovi Ambulatori presso il vecchio San Paolo e solo nel 1976, con il trasferimento di una parte delle divisioni ospedaliere nel nuovo Ospedale di Valloria, il Servizio poté disporre di locali propri e adeguati nel vecchio S. Paolo e, in seguito, anche di due locali nel monoblocco di Valloria per i ricoverati delle Divisioni colà trasferite.

Nel Gennaio 1979, nacque l’Unità di Cura Coronarica, in locali adiacenti al Pronto Soccorso di Corso Italia. Si trattò di un salto di qualità nell’assistenza medica nelle emergenze. Pur nata con difficoltà e contrasti come tutto ciò che è nuovo, dà immediatamente e in maniera crescente i frutti ricercati in termini di prontezza ed efficacia di intervento.  Ma ha anche l’effetto di favorire nel personale medico e infermieristico processi di crescita professionale che con l’avvicendarsi del personale passano dalla Unità Coronarica alle altre Divisioni ospedaliere. Inoltre contribuisce in breve tempo a diffondere anche all’esterno la consapevolezza nei medici di base e poi nella popolazione della necessità dell’intervento rapido e della prevenzione. Crescono velocemente gli accessi in urgenza all’Unità Coronarica che opera seguendo le indicazioni della letteratura medica più recente e in collaborazione con la Divisione di Cardiochirurgia del San Martino. All’Unità si affianca nel 1984 l’Area di Terapia postintensiva cardiologica per i dimessi dall’Unità. Sono di tutta evidenza i dati sulla mortalità in discesa, in linea con le principali statistiche. È altresì evidente il crescere degli investimenti necessari in personale, apparecchiature, bagaglio tecnico-culturale; è evidente pure la esigenza di aprirsi all’esterno, verso la prevenzione. E cioè la scuola, l’igiene di vita, l’alimentazione. Tutti temi che lo sviluppo successivo della nostra Cardiologia affronterà.

All’Ottobre 1990 data il definitivo trasferimento di tutto l’Ospedale in Valloria, e quindi anche della Cardiologia al primo piano oltre la Cappella.

Al pensionamento del dr. Emilio Martinengo si ebbe nel 1999 la temporanea reggenza del dr. Ignazio Filice.

Nel Dicembre 2000, giunse da Genova il nuovo Primario, Dott. Paolo Bellotti. Con lui si fece un grande investimento sui giovani, non solo creando una Emodinamica arrivata a livelli di eccellenza grazie al Dr. Pietro Bellone, ma anche arricchendo l’attività di impianto Pacemaker con la Aritmologia interventistica e l’Elettrofisiologia affidate al Dott. Francesco Pentimalli.  Al dr. Bellotti, infatti, si deve il nuovo corso della cardiologia savonese, rappresentato dalla creazione – ex novo – di una sezione interventistica, tutt’ora operativa, sempre più affinata ed in grado di affrontare e risolvere gravi e delicati problemi cardiaci, spesso in passato necessariamente affidati alla Cardiochirurgia.  Proprio in questa logica ed a completamento della strumentazione diagnostica, la Cardiologia savonese dei primi anni 2000 fu tra le prime in Liguria ad essere dotata di un Ecocardiografo tridimensionale Color Doppler. Momento decisivo di questa crescita si ebbe quando fu riprogettata l’attuale Unità Coronarica con a fianco la nuova Emodinamica, grazie al contributo della Fondazione De Mari e del suo Presidente. Il risultato di questi interventi è che oggi troviamo concentrati in una unitaria struttura a ciò progettata emodinamica, elettrofisiologia e unità coronarica, il tutto inserito in una Piastra delle urgenze, che vede sullo stesso piano il Pronto Soccorso, la Rianimazione ed il reparto Cardiologico.

Il Dott. Pietro Bellone, dapprima reggente al pensionamento del Dott. Bellotti, e poi divenuto Direttore (così oggi si chiamano i Primari) della struttura nel giugno 2019, ha riorganizzato l’attività ambulatoriale del reparto trasferendo tutti gli ambulatori cardiologici allo stesso piano e nella stessa area, al piano terra, così eliminando ogni problematica di barriere architettoniche, e creando una nuova accettazione telematica per favorire gli accessi dei pazienti. Alle due sale dotate di angiografo  si è aggiunta al 30 novembre 2021 una terza sala angiografica ibrida, all’interno del blocco operatorio. Essa è dotata di un modernissimo angiografo, strumento salvavita non solo in Cardiologia ma anche in Chirurgia e in altre specialità, per cui si era mobilitata da anni la cittadinanza intorno al Comitato degli Amici del San Paolo. In questa sala si potranno effettuare tutte le procedure di cardiologia strutturale/interventistica e di elettrofisiologia che richiedono ambiente sterile chirurgico con l’ausilio in sala di un medico perfusionista, un rianimatore, un cardiochirurgo. Ciò permetterà a regime di effettuare anche nel nostro Ospedale procedure attualmente possibili solo al San Martino di Genova.

Questi due decenni così intensi di percorsi formativi, tecnologici e professionali hanno consentito alla nostra cardiologia non solo di ampliare l’offerta cardiologica, ma anche di diventare polo attrattivo per nuove generazioni di medici. Ne è conferma il fatto che abbiamo stabilmente trasferiti e radicati nella nostra realtà cinque nuovi specialisti cardiologi provenienti da Lombardia e Piemonte.

È infine da ricordare che durante i difficili mesi dell’emergenza COVID è stata creata in tempi rapidissimi una seconda Unità di terapia intensiva cardiologica (UTIC) riservata ai pazienti positivi con quattro box isolati singoli, e accesso filtrato per gli Operatori, che ha permesso di gestire l’emergenza e di non chiudere la nostra Cardiologia, come successo altrove. E tale Unità può essere rapidamente riallestita in caso di nuove emergenze epidemiologiche.